Diagnosi energetica obbligatoria cos’è e come funziona

La diagnosi energetica obbligatoria è prevista dal decreto legislativo 102/2014, che recepisce la direttiva europea 2012/27/UE. Dal 2015, le grandi imprese e le aziende energivore hanno l’obbligo di eseguire periodicamente un’analisi dettagliata dei propri consumi energetici. L’obiettivo è ridurre i costi, migliorare l’efficienza e contribuire alla sostenibilità.

Secondo il più recente rapporto ENEA 2024, oltre 17.000 diagnosi sono state trasmesse, fornendo dati preziosi sui consumi e sul potenziale di efficientamento energetico. Ma cos’è esattamente una diagnosi energetica obbligatoria, chi deve farla e quali vantaggi può introdurre?

Cos’è la diagnosi energetica obbligatoria?

La diagnosi energetica obbligatoria è un’analisi sistematica dei consumi energetici. Non si limita alla raccolta dei dati, ma valuta i processi produttivi, i sistemi di climatizzazione, illuminazione e trasporto, con l’obiettivo di individuare interventi di miglioramento.

Come chiarito da ENEA nel 2024, si tratta di uno strumento che consente di valutare i profili di consumo e di proporre misure di riduzione concrete. Deve essere eseguita da un esperto in gestione dell’energia (EGE certificato UNI CEI 11339) o da una ESCO qualificata e deve includere raccomandazioni tecniche ed economiche.

💡 Buono a sapersi
La diagnosi energetica obbligatoria può essere vista come un primo passo verso la ISO 50001, fornendo dati e analisi utili alla Gap Analysis e all’implementazione del Sistema di Gestione dell’Energia.

Novità 2025: cosa cambia per l’obbligo di diagnosi energetica?

Dal 10 ottobre 2025, con il recepimento della Direttiva (UE) 2023/1791, cambia radicalmente il quadro normativo della diagnosi energetica obbligatoria:

L’obbligo non dipende più da fatturato o numero di dipendenti, ma esclusivamente dai consumi energetici annui:

  • ≥ 10 TJ/anno → diagnosi energetica obbligatoria ogni 4 anni (UNI CEI EN 16247).
  • ≥ 85 TJ/anno → obbligo di adottare un Sistema di Gestione dell’Energia conforme alla norma ISO 50001 entro l’11 ottobre 2027.

Ogni diagnosi deve essere accompagnata da un piano d’azione con misure concrete di efficientamento, risparmi stimati e tempi di ritorno. Il piano va presentato al management e riportato nella relazione annuale (salvo i casi di segreto industriale).

Tempistiche e continuità

  • Le imprese già soggette mantengono la cadenza quadriennale prevista dal D.Lgs. 102/2014, con prossima scadenza nel 2027.
  • Le imprese che rientrano per la prima volta in base ai consumi dovranno trasmettere la prima diagnosi entro l’11 ottobre 2026.
  • Dopo l’invio, le aziende non devono fermarsi: è essenziale attuare le misure individuate, monitorare i risultati e raccogliere dati per rendere più efficace la diagnosi del ciclo successivo.

Esenzioni e controlli

Sono previste esenzioni per chi ha sottoscritto contratti di rendimento energetico (EPC) che includano un sistema di gestione dell’energia, oppure per le imprese già dotate di un sistema ambientale ISO 14001 comprensivo di diagnosi conforme. Ogni Stato membro dovrà inoltre istituire un’autorità di controllo incaricata di verificare la qualità delle diagnosi e il rispetto delle scadenze, oltre a mettere a disposizione strumenti di supporto per PMI e microimprese (incentivi, sportelli informativi e piattaforme digitali).

Obbligo di diagnosi energetica – cosa cambia dal 2025

Chi deve eseguire la diagnosi energetica obbligatoria?

L’obbligo riguarda:

  • Grandi imprese: con più di 250 dipendenti o con fatturato superiore a 50 milioni di euro e bilancio oltre i 43 milioni.
  • Imprese energivore: iscritte all’elenco CSEA, con consumi rilevanti di energia.
  • Alcuni soggetti industriali e organizzazioni definite dal decreto.

Il decreto legislativo 102/2014, aggiornato negli anni successivi, introduce la periodicità quadriennale. Il mancato rispetto della scadenza può comportare sanzioni economiche significative.

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Quali dati e analisi sono richiesti?

La diagnosi energetica deve essere fornita con un livello di dettaglio adeguato e includere:

  • Raccolta dei dati storici sui consumi di energia.
  • Analisi dei principali processi energetici (termici ed elettrici).
  • Definizione di indicatori energetici e confronto con valori di riferimento definiti da norme ISO 50001.
  • Identificazione dei reparti e degli impianti più energivori.
  • Elaborazione di un certificato e raccomandazioni per interventi.

Quali vantaggi economici e sostenibili introduce?

La diagnosi non è solo un obbligo, ma anche un’opportunità: 

  • ridurre il consumo di energia e i costi energetici; 
  • accedere a incentivi come i certificati bianchi (TEE), il Conto Termico, le agevolazioni del PNRR e il piano Transizione 5.0 
  • definire un intervento sostenibile ed economicamente vantaggioso;
  • migliorare la competitività e contribuire al raggiungimento degli obiettivi UE di decarbonizzazione.

Per molti mercati energivori, la diagnosi rappresenta la parte iniziale di un percorso più ampio verso la transizione energetica: non solo un adempimento, ma una vera guida per identificare azioni concrete e prioritarie.

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